RAZZE SUINI

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  1. Ren66
     
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    In questo topic, inseriremo tutte le razze di suini/maiali che conosciamo sottolineando le loro caratteristiche principali, origini e rintracciabilità.
     
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  2. Daniele1794
     
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    Vi presento una particolare razza :D

    MANGALICA

    Chiamato anche Maiale lanuto,viene dai paesi dell est come Iugoslavia,Romania e Ungheria
    Caratterizzato dalla resistenza al freddo,grazie allo spesso strato di grasso sottocutaneo
    Folto pelo riccioluto







    Le foto le ho prese dal Web :)

    Edited by Daniele1794 - 23/2/2011, 22:30
     
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  3. Ren66
     
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    LARGE WHITE

    Il large white è la razza suina maggiormente allevata in Italia.

    Il ceppo genetico italiano di questa razza è particolarmente idoneo per la produzione di tagli pregiati destinati alla trasformazione in prosciutti DOP (Parma e San Daniele) per l'ottima conformazione della coscia.

    Storicamente deriva dalla Large Yorkshire inglese, importata in Italia dall'agronomo Zanelli alla fine del 1800.

    Grazie alle sue ottime caratteristiche di produzione (rapido accrescimento, elevato numero di nati per parto, ecc.) in breve tempo si è diffuso il suo allevamento in tutta Italia provocando la drastica riduzione di tutte le razze autoctone.



     
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  4. Ren66
     
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    MORA ROMAGNOLA

    NOTIZIE STORICHE
    Il nome di questa razza suina originaria della Romagna è stato codificato nel 1942 ed è dovuto al colore (marrone scuro tendente al nero) che caratterizzava tre diverse popolazioni: la diffusissima “Forlivese” (manto nerastro con tinte più chiare nella regione addominale), la “Faentina” (mantello rosso chiaro e meno pregiata della prima), e la “Riminese” (mantello rossastro con una stella bianca in fronte e qualche volta con una cinghiatura chiara). Fino a metà degli anni ’50 tutte queste popolazioni erano incrociate con ceppi locali di Large White (il “San Lazzaro” e la “Bastianella”); l’ibrido era noto come “Fumati”. Nel 1918 la popolazione di suini di razza Mora Romagnola in Italia ammontava a 335.000 capi; nel 1949 la consistenza era già calata a 22.000 e nei primi anni Novanta rimanevano solo 12 esemplari concentrati in un solo allevamento con elevati livelli di consanguineità. In quegli anni il WWF Italia (e RARE successivamente) e l’Università degli Studi di Torino hanno effettuato un piano di recupero della razza che ha portato alla attuale consistenza di circa 450 capi iscritti al registro anagrafico A.N.A.S. (300 femmine e 150 maschi).

    AREA DI ALLEVAMENTO
    Sono presenti 42 allevamenti con capi di razza Mora Romagnola iscritti al R.A. dell’A.N.A.S. (maggio 2006) localizzati non solo in Emilia Romagna, ma anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Campania. Gli allevamenti hanno di solito carattere famigliare e spesso si limitano all’autoproduzione, ma non mancano aziende con 5 o più riproduttori. Le tipologie di allevamento sono varie: stabulazione, plein air, semibrado.

    CARATTERI MORFOLOGICI
    Standard di Razza secondo quanto riportato dall’A.N.A.S.
    Tipo: robusto, rustico, taglia media con scheletro sottile ma solido.
    Mantello e pigmentazione: cute pigmentata (nera o grigio scura ) sul dorso e nelle aree esterne degli arti; rosea nell’addome e nelle facce interne dell’avambraccio e delle cosce. Mantello nero focato con setole lunghe e robuste a punta divisa e rossiccia. Le setole sono particolarmente robuste in corrispondenza della “linea sparta” che si trova sul dorso (questa è una caratteristica peculiare di razza ). Risultano invece più sottili corte, quasi assenti in alcune zone, come quella addominale e in prossimità dei genitali. Il colore delle setole è rosso ciliegia nei suinetti e diventa nero a partire dalla fine dallo svezzamento. Gli animali adulti presentano l'apice delle setole nuovamente rosso.
    Testa: di medio sviluppo, profilo fronto-nasale concavo, muso lungo e sottile; orecchie di media grandezza dirette in avanti; occhi con caratteristica forma a mandorla con sclera pigmentata in nero.
    Collo: leggermente allungato e stretto lateralmente.
    Tronco: moderatamente lungo e stretto; linea dorso lombare convessa (vengono anche detti “gobbi”); spalle piuttosto leggere, cosce lunghe e poco convesse; coda sottile e lunga.
    Arti: tendenzialmente lunghi, pastorali lunghi e garretti talvolta dritti; unghioni aperti e scuri.
    Caratteri sessuali: Maschi: testicoli ben pronunciati, mammelle in numero non inferiore a 10. Femmine: mammelle in numero non inferiore a 10, capezzoli normali, ben pronunciati e pervi.
    Altezza: 80-90 cm (le scrofe sono più alte dei verri).
    Peso: 250-300 kg alla maturità (18-20 mesi).

    PERFORMANCE RIPRODUTTIVE
    Prove recenti sulle performance riproduttive della Mora hanno dimostrato che la razza si adatta bene all’allevamento all’aperto. Il numero di nati in queste condizioni è mediamente di 7,8 suinetti con una percentuale di svezzamento a 28 giorni del 74%; i nati al chiuso sono stati in media 5,6 con una percentuale di svezzamento del 64%. La razza ha una prolificità non elevata (simile a quella di altre razze autoctone italiane) ma buone doti di rusticità e di attitudine materna.
    Segnalazioni recenti sull’aumento del numero medio di suinetti per nidiata sono probabilmente da attribuire all’uso di verri Duroc; i soggetti derivanti da questo incrocio sono difficilmente distinguibili dai soggetti di Mora. Il rischio di meticciamento della razza è pertanto molto elevato.

    PERFORMANCE PRODUTTIVE
    Numerose prove di allevamento svolte dal Dipartimento di Scienze Zootecniche dell’Università di Torino hanno evidenziato che gli accrescimenti e gli indici di conversione degli alimenti realizzati dalla Mora Romagnola sono significativamente minori rispetto a quelli ottenuti da ibridi commerciali e da F1 (Large White x Mora Romagnola). Mediamente i soggetti macellati intorno a 160-180 kg alimentati con mangimi commerciali hanno accrescimenti medi giornalieri di 500 g (contro i 690 degli F1) e indice di conversione medio degli alimenti di 4,25 (F1 = 3,70). I pesi di macellazione sono stati ottenuti, nel primo caso, con tempi di permanenza in allevamento e con costi di gestione e alimentazione più elevati; per l’allevamento della Mora è quindi molto importante valutare il ritorno economico derivante dalla vendita di prodotti di salumeria – sicuramente apprezzati dal mercato – per compensare le elevate spese di gestione, che potrebbero essere ridotte ricorrendo all’allevamento semibrado in plein air.
    Le prove di macellazione hanno evidenziato una elevata tendenza all’adipogenesi che è in parte riscontrabile anche nei prodotti d’incrocio. Per quanto riguarda le caratteristiche chimiche e organolettiche della carne e del lardo di Mora si segnala una discreta presenza di grasso nei campioni di carne e valori di pH del muscolo (a 45 minuti e a 24 ore dalla macellazione) particolarmente elevati, ad indicare un processo di glicolisi post mortem non ottimale a causa di una probabile elevata sensibilità agli stress da parte di questa razza.
    (associazione rare)

     
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  5. Ren66
     
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    CINTA SENESE

    Origini:
    La Cinta Senese ha origini antichissime ma ancora incerte. Una delle prime testimonianze della sua esistenza è l'immagine effigiata nell’affresco del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Comunale di Siena, risalente al 1338. Fatto è che introdotta nell'aerare Senese, ebbe subito una buona diffusione per le sue caratteristiche di robustezza e di facile adattabilità ad essere allevata allo stato brado. Fino agli anni ’50, quasi tutte le famiglie contadine allevavano qualche Cinta per poi lavorarne le carni e fare scorta di salumi.
    Negli anni ’50, iniziò l’introduzione delle razze suine "Bianche" – con predominanza dei "Large White". Fu una grande rivoluzione, in quanto, quest’ultima razza, anche se non idonea all’allevamento brado, era più prolifica della Cinta, e l'animale era pronto per la macellazione dopo solo 6 mesi di vita, mentre lo sviluppo della Cinta richiede un periodo superiore ad un anno. Venne poi di moda l’incrocio tra verro Large White e scrofa di Cinta Senese, con la produzione di maiali detti "Grigi". Questi conservavano l’attitudine al pascolo brado, ma erano precoci nello sviluppo.
    Questa pratica di incroci permane tutt’oggi, e si può ben dire che è la principale ragione della sopravvivenza della razza "Cinta". Infatti, la ragione per cui alcuni rari allevatori hanno mantenuto Cinte Senesi in relativa purezza, era proprio per poterle incrociare con le razze bianche.
    L’interesse per il ripristino in purezza della Cinta Senese è di questi ultimi anni. Una serie di allevatori hanno deciso di partecipare alla reintroduzione di questa razza autoctona e quasi estinta.
    La Regione Toscana, La Provincia di Siena, L’Associazione degli Allevatori Senesi ed altri Enti preposti hanno fatto un notevole sforzo, incentivando anche con contributi, l’acquisto ed il mantenimento dei riproduttori, al fine di raggiungere un numero sufficiente di animali atto a togliere la Cinta Senese dalla lista delle specie in estinzione. La battaglia per salvaguardare la razza è tuttora in corso, ma le speranze di salvare questi splendidi animali migliorano ogni giorno.

    Descrizione:
    La Cinta è un maiale di taglia media, con cute nera, setole nere poco folte, ed una caratteristica
    fascia bianco rosata (una sorta di cintura, per l’appunto) che cinge torace, spalle, garrese e arti anteriori.
    Il grifo si presenta più allungato e stretto rispetto alle altre razze di maiali, un adattamento ad uno stile di vita più rustico. coda con pennacchio di setole in fondo è quasi sempre portata senza ricciolatura.
    L'alimentazione è costituita prevalentemente di tuberi, radici e materiale organico del tappeto erboso, per trovare questi alimenti è attrezzato con un organo dell'olfatto molto sviluppato, ma nello stesso tempo anche adatto alla ricerca in zone melmose ed al rimescolamento della terra. Le orecchie sono di piccola dimensione, dirette in avanti e un po’ in basso, a coprire gli occhi dai rovi e dalle sterpaglie.
    l'apparato scheletrico :la dimensione delle ossa è, in proporzione, quasi il doppio di quella dei allevati in gran quantità, testimonianza di un adattamento ad una vita movimentata e selvatica. Le strutture muscolari si presentano toniche, asciutte e molto irrorate.

     
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  6. Ren66
     
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    LANDRACE

    Origine, diffusione e caratteristiche produttive

    Razza originaria della Danimarca, dove è stata creata verso la fine dell'Ottocento incrociando scrofe locali (di origine antica, forse celtica) con verri Large White importati dall'Inghilterra e praticando una rigorosa selezione (durata oltre mezzo secolo) al fine di ottenere un "tipo da bacon".
    La razza si è diffusa in molti Paesi dove, selezionata con differenti criteri, ha costituito diversi "ceppi" (olandese, francese, tedesco, inglese, belga e italiano).
    La Landrace Danese (Danish Landrace) attuale è tra le razze più selezionate e più stimate al mondo, grazie anche all'organizzazione perfettamente efficiente delle Stazioni sperimentali danesi per il pig progeny testing nonché per la severità con la quale viene regolata l'iscrizione al National Pig Book.
    L'attenta selezione e le buone cure di mantenimento permettono di ottenere, in genere, due parti all'anno. il peso vivo medio dei suinetti alla nascita è di kg 1,3-1,5.
    Le scrofe presentano buone attitudini materne.
    Il peso vivo dei suinetti allo svezzamento è di kg 15-17.
    Con un'alimentazione razionale, a sei mesi di età raggiungono, nei baconers, i kg 90.
    Il suino Landrace in parte viene allevato in purezza, ma lo scopo prevalente del suo allevamento è quello di ottenere scrofe meticce con la razza Large White, in modo da sfruttare l'eterosi derivante dell'incrocio di prima generazione, soprattutto nei riguardi delle caratteristiche materne, dello sviluppo del prosciutto, della lunghezza dei lombi e del modesto spessore del lardo.
    In Italia sono allevati due "tipi" di Landrace: il Landrace italiano e il Landrace belga per i quali esistono due differenti Libri Genealogici. Il Landrace italiano è longilineo, armonico, di buona taglia, con scheletro solido ma non troppo pesante. Il Landrace belga è di media taglia, carnoso, con scheletro leggero ma solido e con prosciutti globosi.
    Oggi è una delle migliori razze in assoluto. Per produttività è comparabile alla Large White, dalla quale si distingue per la maggiore lunghezza (vertebre dorsali soprannumerarie 15/16 anziché 13).
    Alta resa al macello, ottima sia per la produzione di suino pesante che per la produzione di carne magra da destinare al consumo diretto.
    Buona prolificità ed elevata attitudine materna.
    Per l'ingrasso la Landrace è allevata incrociata con la Large White (scrofa Large White e verro Landrace) e come tale popola la stragrande maggioranza degli allevamenti intensivi del Nord Italia per la produzione del suino pesante. Caratteristiche morfologiche

    Buona taglia, tronco molto allungato. Petto, groppa e natiche ben muscolosi. Testa con profilo fronto-nasale rettilineo o a concavità appena accennata, con orecchie relativamente lunghe, portate in avanti e ricadenti. Collo sottile e relativamente allungato.
    Mantello bianco con cute rosea.


     
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  7. Evi 95
     
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    che belli!!! :D :D :D
     
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6 replies since 18/2/2011, 23:36   11478 views
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